martedì 12 giugno 2007

Un déjà vu... che non stanca: OCEAN'S THIRTEEN

OCEAN’S THIRTEEN
Di: Steven Soderbergh
Con: George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Al Pacino, Andy Garcia, Ellen Barkin.
Genere: Azione (122’)
Commento: Se volete godervi fino in fondo il “colpo gobbo”, un consiglio: non guardatevi i primi due episodi! Magari stenterete a capire la natura di qualche personaggio (ma la forza caricaturale di ogni singolo elemento correrà presto in vostro aiuto), ma in compenso avrete la sorpresa finale completa. Soderbergh ritorna allo stile di Ocean’s Eleven (il migliore, senza dubbio, della trilogia), lasciando perdere musei italiani e corse a due tra ladri professionisti poco riuscite, e tornando al vecchio caro casinò. Differenze rispetto al primo film? Non molte, anche se stavolta il movente, al solito più personale che economico, spinge Daniel Ocean alla vendetta, non alla riconquista di un vecchio amore. Non più Terry Benedict (che anzi, udite udite, spalleggerà Daniel e i suoi altri 12), ma Willy Banks, magistralmente interpretato da un Al Pacino che, non più giovane, sa riciclarsi anche in ruoli dalla scarsa azione ma dall’elevatissimo “ego”. I colpi di scena sono più “introdotti”, centellinati, si possono intuire: forse ne risente lo spettacolo (rispetto alla pellicola inaugurale della trilogia), ma quantomeno ne beneficia la comprensione. Tutto è pianificato, non solo nel progetto del colpaccio, ma soprattutto da punto di vista registico, con Soderbergh che non rinuncia mai a stringere la sua telecamera sui particolari per guidare lo spettatore verso la soluzione: interpretazione, dialoghi, cast e simpatia ne fanno un film letteralmente “ganzo”… Certo, per chi si era già abituato alle imprese della variopinta banda, la sensazione del “già visto” non sarà assente. Ma, a conti fatti, considerato l’intento rilassante del film, è un déjà vu che non guasta.
Da non perdere: La scena finale della fontana, collegamento inscindibile con “Ocean’s 11”, a conferma di un ritorno alle origini della trilogia. Alcune scelte di Soderbergh (come la suddivisione dello schermo in più quadranti) sono audaci, spiazzanti, a volte difficili da seguire, ma sicuramente intriganti.
VOTO: 7

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