
Di: Laurent Tirard.
Con: Kad Merad, Valerie Lemercier, Maxime Godart.
Genere: Commedia (91’).
Commento: Una delizia per gli occhi, per l’animo e, perché no?, pure per il cervello. I francesi lasciano perdere il palato e il patriottismo della tradizione gastronomica (ma in questa pellicola v’è un pasto che vale la pena di godere) e danno una bella lezione anche alla nostra ritrita commedia. “Nicolas” è un film fresco, come la visuale del mondo da parte di un bambino, e conferma Kad Merad, attore semisconosciuto fino a due stagioni fa, come una certezza: quando c’è lui, andate tranquilli che sarà un lavoro riuscito. Ha bisogno di lavorare in coppia, stavolta in trio, in un film che risolleva la visione della famiglia senza bisogno di frasi fatte o luoghi comuni, bensì con l’inatteso e il caricaturale. Questo perché il mondo deve per forza riuscire esagerato, se viene visto con gli occhi di un pre-adolescente: sia che si tratti di un continuo equivoco (tra un fratellino che nasce o magari ruba soltanto la scena, un genitore con il volto deformato di un orco, un bravo meccanico scambiato per un infallibile sicario), sia che si tratti di dipingere situazioni con tratto monotematico, a senso unico, ma non per questo pesante. Né stupisce che il racconto arrivi dal padre di Asterix, Goschinny, uno dei fumetti più intelligenti mai partoriti. Nicolas e i suoi compagni hanno il gusto retrò, che lascia buon umore – e un filo di dipendenza – in chi esce dalla sala, in una riproposizione sana di quelle che furono le simpatiche canaglie americane della televisione, diretta evoluzione, un filo più rapida e sgangherata, del poetico monello di Chaplin. Che guarda caso, anche se erroneamente, passa spesso per essere più francese che inglese. La regia stilizzata, eppure mai frenetica, fa il resto, condendo con la giusta mano e impacchettando il prodotto. Dedicato a noi, che per riscoprire il nostro Gianburrasca abbiamo avuto bisogno dei cugini d’Oltralpe. In un ritorno al passato che profuma di moderna nostalgia.
Da non perdere: Quei 5-6 minuti iniziali, sufficienti a tratteggiare tutti i personaggi principali. Titoli di testa in medias res, perché presentano e al contempo immettono nel clima gioviale del racconto.
VOTO: 9 - DELIZIOSO
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