sabato 19 aprile 2008

Un uomo qualunque - She was a quiet man




UN UOMO QUALUNQUE
Di: Frank Cappello.
Con: Christian Slater, Elisha Cuthbert, William H. Macy, Sascha Knopf.
Genere: Drammatico (120').
Commento: Christian Slater è semplicemente straordinario: abbandona la parte del duro e passa all’estremo opposto, impiegato frustrato da una vita servile e un mestiere che appaga (poco) il portafoglio e (nulla) lo spirito. Operazione che molti considereranno eccessiva, ma che sorprende per la splendida naturalezza dell’attore, decisamente la novità migliore della pellicola. Che pure, precisiamolo, vive di luce propria: alcune citazioni sono evidenti (su tutte il finalone spazio-temporalmente labile nei suoi confini alla “Donnie Darko”), per il resto il film innova il linguaggio filmico portando tutto all’estremo, all’esagerazione di verbi, situazioni e contrasti. Tre caratteristiche che potrebbero presto eleggerlo come cult, che pure a differenza del genere saprà farsi apprezzare anche al di fuori della nicchia. Le inquadrature e i giochi di montaggio riflettono una psicologia malata, in un mondo malato, con pensieri (e desideri) malati. Non si salva nessuno nella prima parte, mentre l’amore (im)possibile per la bella modella divenuta paraplegica riscatta la condizione dell’impiegatucolo abusato. Attenzione però, perchè qui sta il bello: Slater non passa dalla parte del potere, mantiene la propria ingenuità e, con essa, le proprie insicurezze. Niente di banale, tutto di eccessivo: una formula voluta e studiata a tavolino (accettate dunque il paradossale), che funziona alla grande.
Da non perdere: Alcune riprese, mischiate a cartoon o ad allucinanti visioni, iceberg di un tentativo continuo di stupire con accostamenti arditi. Un “Paura e delirio a Las Vegas (molto) in miniatura.

VOTO: 8

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