venerdì 29 agosto 2008

AGENTE SMART CASINO TOTALE



AGENTE SMART CASINO TOTALE
Di: Peter Segal.
Con: Steve Carell, Anne Hathaway, The Rock, Alan Arkin, Terence Stamp, James Caan, Masi Oka, David Koechner.
Genere: Azione-Comico (100’)
Commento: Forse per ridere degli inglesi basterebbe un film con una comicità molto poco… anglosassone. Dopo il tentativo di affidare a Rowan Atkinson (Mr. Bean) la parodia sul più celebre degli agenti segreti di Sua Maestà, Peter Segal affida a Steve Carell (decisamente un cult negli ultimi mesi di film comici) la parte di Smart, 007 pasticcione ma non troppo e abbastanza divertente. Anzitutto balza all’occhio la capacità di Smart di combinare sì molti danni, ma anche di ideare discreti progetti: un eroe non per caso insomma, il che forse rende leggermente più reale la vicenda, abbassa di poco la comicità sguaiata, ed ha il grande merito di staccarsi dalla tradizione degli “sbirri” (o ruoli del genere) negati “tout-court”. Detto questo il film mescola l’action-movie (alcune esplosioni rivelano un notevoli investimento di fondi in una pellicola che, in beata ignoranza, si poteva pensare non degna di grandi sacrifici) alla commedia, con soltanto 3-4 spunti realmente divertenti (le arcinote risate a crepapelle) ma un livello medio ben amalgamato di sorrisi a denti stretti e spensieratezza da film commerciale. Altro punto di merito: Agente Smart evita quasi completamente la volgarità, che tanto di moda va in questo genere di film. Non per fare i bigotti, ma se per una volta il binomio “culi-tette” non è sinonimo di successo in un’opera del genere, una piccola rosea parentesi bisognerà pur aprirla.
Da non perdere: Il gigante cattivo che poi diventa buono. Spassoso. Capace di emergere sul già discreto livello della fauna dei personaggi.
LIBERATORIO - VOTO: 7

DIAVOLO DI UN HELLBOY!



HELLBOY – THE GOLDEN ARMY
Di: Guillermo Del Toro.
Con: Ron Perlman, Selma Blair, Jeffrey Tambor, Doug Jones, John Hurt, James Dodd, Anna Walton, Luke Goss.
Genere: Azione (110’)
Commenti: Il diavolo-umano di Minghella è cresciuto sul serio. E non solo nella trasposizione del sequel (previsto per il 2011 il terzo capitolo della trilogia) a livello cronologico, ma anche perché, liberato dai vincoli alla trama originale imposti nella prima puntata, questo secondo capitolo delle avventure fantastiche di Ron Perlman e compagnia riesce ad esaltare la visionarietà di Guillermo Del Toro, che tra un capolavoro pluririconosciuto (Il labirinto del Fauno) ed uno in fieri (Lo Hobbit) si regala parentesi di fantasia da antologia. Questo Hellboy è così decisamente più convincente del primo, vuoi per la trama che non pretende di concedere nulla al realismo, vuoi per l’emozione che trasmette (non necessariamente legata all’adrenalina delle scene d’azione: si pensi alla fioritura dell’albero gigante in pieno centro cittadino, attimo di poesia dopo minuti ad alta tensione), vuoi per la maggiore ironia dei personaggi. Si viaggia nello spazio e nella mente, in un film che saccheggia con stile e buon gusto tutte le tradizioni folkloristiche europee, con una predilezione per le creature nordiche (elfi, gnomi, giganti di pietra e troll). Hellboy rimane l’eroe fallibile, un corpo da diavolo potenzialmente impeccabile, che presta il fianco ad una sensibilità tutta umana, e dunque caduca. Non un capolavoro insomma, ma, in un’estate decisamente fertile nel terreno dei cine-baloon, questa opera non sfigura affatto. E questo, credeteci, è già molto.
Da non perdere: L’incontro con la morte, che ripropone disegni e “intagliature” grafiche marchio di fabbrica già del “Fauno” di Del Toro.
OLTRE LA RETINA - VOTO: 8

WANTED - Scegli il tuo destino



WANTED
Di: Timur Bekmambetov.
Con: Angelina Jolie, James McAvoy, Morgan Freeman, Thomas Kretschmann, Terence Stamp, Chris Pratt, Lorna Scott, Common, David O'Hara.
Genere: Azione (110’)
Commento: Il film rivelazione cade all’inizio dell’estate e propone un action-movie difficilmente credibile, ma assolutamente apprezzabile nella sua trama densa e rapidissima. Il realismo è un’altra cosa, ma il modo in cui il regista dal cognome problematico Bekmambetov torna a rivelarsi al grande pubblico (dopo “I guerrieri della notte”), con una costruzione di sicuro effetto ma che non lascia mai nulla al caso o esclusivamente agli effetti speciali, è mirabile. Il cast lo aiuta decisamente, ma con tanto ben di dio tra gli attori il rischio di cadere nel mero blockbuster c’era tutto. Il film lo respinge, anche se solo in parte: tra Matrix e Slevin, James McAvoy (troppo somigliante a Muccino per non far sorridere nel ruolo di pistolero: ma in questo che colpa ne ha?) non ha tempo per una reale conversione caratteriale, perché i proiettili volano (e curvano, lo sapevate?), la gente muore e il misterioso telaio del fato partorisce missioni su missioni. Del resto, non è questo un film psicologico né riflessivo: trattasi casomai di un viaggio intenso, frenetico e mozzafiato, che confonde il bene e il male, la vendetta e il destino, il caso e il calcolo, e separa in modo netto la freddezza dalla pietà. All’arrivo, slaccerete le cinture e rimarrete piacevolmente sorpresi.
Da non perdere: La risolutiva scena finale, con l’innovativa inquadratura “bullet”: in 70’’ scorre la vita del protagonista e dei parassiti che se n’erano sino a quel momento nutriti.
ESAGERATO - VOTO: 8.5