venerdì 28 settembre 2007

In collaborazione con maleducarlo.blogspot.com I SIMPSON - IL FILM



THE SIMPSON - THE MOVIE
Di: David Silverman, Matt Groening
Genere: Animazione (87’)
Commento: Divertenti, “politically uncorrect” e… Gialli! La famiglia Simpson debutta sul grande schermo, dopo 15 anni di cartoon (20 negli Stati Uniti), e supera l'esame a pieni voti. Matt Groening e David Silverman (già regista di “Moster&Co.”) confezionano una “extended version” che conquista appassionati e non: spazza presto via le ansie di un pubblico abituato ai tradizionali “25 minuti pomeridiani”, ma conquista anche i “debuttanti” con un lungometraggio che esce dalla saga e funziona benissimo da solo (restano chiari i riferimenti alla serie con il cammeo “Grattachecca e Fichetto” e la sigla iniziale). “I Simpson - Il film” perde qualcosa nella rapidità di satira rispetto al cartoon, ma il cinismo, la capacità di mettere alla berlina vizi, paure e false certezze del mondo occidentale rimane intatta: “Chi è disposto a pagare per vedere una cosa che può guardare gratis in tv?” si chiede Homer dopo solo pochi minuti di proiezione. Springfield si trova nel bel mezzo di un disastro ambientale causato da Homer e, mentre il Governo risolve il problema alla sua maniera, sarà compito della famiglia Simpson salvare l'amata città. Una menzione particolare meritano le gag di “Spiderpork” e Tom Hanks, testimonial di un Governo a corto di credibilità. In un periodo di cartoon in “computer grafica” molto apprezzabile il fatto di avere mantenuto lo stile grafico originale.
Da non perdere: l'esordio assoluto di Arnold Schwarzenegger nell'improbabile ruolo di presidente degli Stati Uniti (nel cartone la parodia del governatore della California è affidata al personaggio di Rainer Wolfcastle)

VOTO: 8.5

Azione allo stato puro: SMOKIN'ACES



SMOKIN' ACES
Di: Joe Carnahan
Con: Ben Affleck, Andy Garcia, Alicia Keys, Ray Liotta, Jeremy Piven, Ryan Reynolds, Peter Berg, Taraji P. Henson, Chris Pine, Martin Henderson
Genere: Azione (100’)
Commento: Un action movie così leggero non si ricordava da tempo: leggero di contenuti (la solita storia, diranno molti. Che però non annoia, aggiungiamo noi), leggero di trama (con qualche banalità, ma molto pepe, per quanto atteso, nella coda), pesante, invece, anzi pesantissimo nella resa visiva delle scene più cruente. Un omaggio mal riuscito a Tarantino oppure un'opera indipendente, slegata dal pulp di Quentin? Propendiamo per la seconda ipotesi, anche se la matrice è comune: fumettara e un po' pop, con slang e personaggi creati ad arte, moderni geni del male che un poliziotto molto poco “baloon” è chiamato a sconfiggere ad uno ad uno, come suggerisce la cultura da videogames. Non aspettatevi filosofia né tantomeno religioso, prendete il film per quello che è: un inno all'intreccio e all'uno contro tutti, che esalto film molto più prondi (come “Scarface” per intenderci). Del resto, se un copione convince gente come Andy Garcia a farsi assoldare, proprio da buttare non dev'essere. Ci sono stati thriller migliori, questo nessuno lo nega: l'importante è porsi nella giusta predispezione d'animo di fronte a “Smokin' Aces”. Quella di chi dalla propria visione chiede solo adrenalina a fiumi e spensieratezza un po' sadica.
Da non perdere: I vari sicari chiamato ad uccidere il prestigiatore-mafioso Buddy “Aces” Israel: ognuno presentato con una scritta in sovraimpressione. Come nei fumetti, come volevasi dimostrare.

VOTO: 7

lunedì 17 settembre 2007

Aspettando i Simpson... VI DICHIARO MARITO E... MARITO



VI DICHIARO MARITO E... MARITO
Di: Dennis Dugan
Con: Adam Sandler, Kevin James, Jessica Biel
Genere: Commedia (115’)
Commento: Il concetto è abbastanza chiaro: se si interpreta il film come uno squarcio di vita reale, inerente, tra l’altro, ad un tema di scottante attuale come quello dei matrimoni gay, allora Dennis Dugan ha fatto un bel buco nell’acqua, riuscendo a confezionare una pellicola capace di fare arrabbiare sia il Vaticano, sia la comunità gay. Il tutto però non, come ci si potrebbe aspettare, passando non per un politically uncorrect graffiante e spiazzante, ma per una mistura di sentimenti superficiali e di gag improvvise e, forse per questo, abbastanza banali. Se invece, dimenticando tutti i risvolti psicologici che un’opera per il grande schermo porta con sè, ci accontentiamo dell’apparato comico e dall’innata simpatia di Adam Sandler (vero re Mida della commedia all’americana sboccata e spesso spinta) allora possiamo trarne un giudizio assolutamente positivo. Lo stereotipo insomma all’ordine del giorno, il che fa spanciare senza grosse pretese. Kevin James ben si compensa con la primadonna del cinema, mentre l’astro nascnete di Jessica Biel, dopo avere sorretto un mito come Norton in “The Illusionist”, si accontenta di una partucola “fisica” più che dialogata. Ci sta, come detto, ma è una scelta che è specchio del film. Carino, divertente e svagante: ma di fronte a certi temi forse un pizzico di attenzione in più non guastava. Benigni, giusto per citare un nostrano dalla risata impegnata, è su un altro pianeta.
Da non perdere: Alcune figure, autentici flat characters: dal prete del matrimonio gay, al postino, al vigile del fuoco di colore. Macchiette gustose, non di più.
VOTO: 6

martedì 4 settembre 2007

L'orco verde non delude... ma nemmeno entusiasma SHREK TERZO



SHREK TERZO
Di: Chris Miller, Raman Hui
Genere: Cartone animato (83’)
Commento: Chi è causa del suo mal pianga se stesso! Non che il proverbio calzi proprio a pennello per questo cartoon al solito irriverente, ironico e scanzonato anche quando affronta (forse per la prima volta) un tema “intellettuale” come la morte, ma proviamo a capirci! Isolato dal contesto il film meriterebbe forse un voto maggiore di quello che leggete a fianco. Ma Shrek Terzo (titolo arguto) non può prescindere dalle prime due orme (e che orme!) lasciate dai suoi eroi nella storia del cartoon in digitale. Troppo superiore in particolare il secondo episodio, per non restare addirittura un filino delusi dinnanzi a quello che rimane comunque il solito metraggio Dreamworks ben studiato, ben confezionato, ben mirato ad un pubblico di bambini grandicelli. Si ride spanciandosi di rado, senza mai avere l’impressione di godersi la vicenda senza interruzioni. Fatta salva la trama (sempre puntuale, ma mai ridondante, la volontà di incamerare in questa favola moderna i personaggi degli antichi racconti Disney e non solo), manca quella verve “mozzafiato” che da un cartoon del genere ci si attenderebbe. Personaggi come Uncino e Merlino restano impressi nell’immaginario, certo, e anche il carnascialesco rovesciamento tra Shrek e Azzurro è spassoso... Eppure dopo quasi 90’ il sorriso risulterà un po’ stiracchiato.
Da non perdere: La parodia, tagliata su misura, del College americano medio: c’è il macho Lancillotto, gli “sfigatelli” che passano il tempo a giocare a dama medievale, e Arty, il calpestato per eccellenza. Forse il momento più spassoso, in continuità, dell’intero film.
VOTO: 7

lunedì 3 settembre 2007

Già usciti in dvd parte II: UNA NOTTE AL MUSEO



UNA NOTTE AL MUSEO
Di: Shawn Levy
Con: Ben Stiller, Robin Williams, Owen Wilson
Genere: Comico/Fantasy
Durata: 108’
Commento: Un T-Rex che cerca il suo osso, Owen Wilson ridotto a miniatura texana, Robin Williams che fa il Roosvelt a cavallo con tanto di baffetti, Gengis Khan piagnucoloso e australopitechi che si accalcano per un accendino. In mezzo a tutto questo (mettiamoci pure una scimmia dispettosa che mena le mani) capita Ben Stiller, guardiano di museo improvvisato per non perdere l’ultimo legame con la famiglia (il figlio, che può vedere soltanto un giorno la settimana dopo il divorzio) e soprattutto la sua reputazione. Il film parte piano, e ingrana con lo svolgersi degli eventi: fa ridere a sprazzi, sfrutta tutte le metafore del fantasy (vedi il “deus ex machina” del faraone egizio) e qualcosa riconosce anche al cinema d’amore, con la storia lontana anni luce di Roosvelt con una simil-Pocahontas. Certo non ha grandi pretese (o almeno si spera: la banalità regna sovrana, e in una pellicola dedicata anche ai più piccini, non potrebbe essere altrimenti) ma come commedia carica di effetti speciali merita una sufficienza piena. Peccato per il regista che il paragone con il fortunatissimo “Jumanji” sia sotto gli occhi di tutti: anche lì magia nera, anche lì oggetti inanimati che impostano casini peggio delle simpatiche canaglie, anche lì, soprattutto, il guru Robin Williams...
Da non perdere: Occhio al nome della casa di produzione: 1492 Pictures. E infatti Cristoforo Colombo (o meglio la statua parlante del grande esploratore) è il personaggio forse più spassoso: parla poco, ma quando lo fa, in stretto dialetto genovese, si sente e si gode.
VOTO: 6

Già usciti in dvd: BLOOD DIAMOND



BLOOD DIAMOND
Di: Edward Zwich
Con: Leonardo Di Caprio, Jennifer Connelly, Djimon Hounsou
Genere: Drammatico
Durata: 143’
Commento: Peccato per quel finale, per quel trionfo di retorica e buonismo che decisamente stona con il film. D’accordo, Hollywood è contrario alla mancanza di “happy end”, ma dopo un lirismo di livello altissimo per tutta la pellicola gli ultimi minuti paiono spaesanti (e non solo per il passaggio continentale Sierra Leone-Londra) e, con occhio criticissimo, pure fuoriluogo. Eppure l’opera di Zwich è intensa, ben narrata e ben girata, con riprese da capogiro degne della parte più amata (quella naturale) dell’Africa Nera. Non manca neppure la drammaticità, ci mancherebbe: bambini fatti soldati, villaggi incendiati, cattivi tanto spietati da apparire ancora più veri. Nulla di esagerato, solo la nuda e cruda verità, con un Di Caprio che conferma la sua parabola ascendente (ormai decollata da un pezzo), con un Djimon Housou decisamente a suo agio in panni “veristi”, con una Jennifer Connelly giornalista in gamba (anche se forse poco “approfondita”). Il tema trattato (anzi denunciato) ha fatto tremare i ricconi d’America e non solo: un diamante è per sempre, la guerra, pare, anche. Peccato dunque solo per quel finale. Comunque consigliato, anche solo per capirne di più.
Da non perdere: La battuta di Leo Di Caprio quando Jennifer Connelly gli fa notare che “il mondo sta cadendo a pezzi”. La risposta è una condanna in piena regola alla retorica delle frasi fatte: “E quando mai è capitato che il mondo non cade a pezzi!”. Illuminante.
VOTO: 6.5

PATHFINDER, una delusione vichinga (non che mi aspettassi molto, ma...)



PATHFINDER
Di: Marcus Nispel
Con: Karl Urban
Genere: Storico/Avventura (110’)
Commento: Marcus Nispel mostra tutta la sua bravura... nel fare altro. Il celebre autore di parecchi, gradevoli videoclip, nonchè regista del remake di “Non aprite quella porta”, regala alla propria capacità visionaria e fotografica le atmosfere cupe e a tratti gotiche dell’America del Nord, attaccata (storicamente) senza pietà da orde di vichinghi, barbarizzati come la più scolastica delle iconografie prevede. Gli invasori uccidono, non risparmiano bambini o donne incinta, non fanno prigionieri, perchè ciò che resta dopo il loro passaggio è terra bruciata. Dimenticano però (volontariamente) un giovane ragazzo, che gli indigeni poi chiameranno “Fantasma”, allevato dagli stessi indiani e pronto, una volta raggiunta la maggiore età, a vendicare il sopruso subito dalla sua stirpe adottiva. La trama, di per sè epica ai limiti dello scontato (la storia di Tarzan suggerisce nulla?), scade nel banale quando il dialogo principale si limita a monosillabi stiracchiati, evidenziando, se ce ne fosse bisogno, quanto le parole diano densità anche ad un buon film d’azione o d’avventura. Le immagini forti (mai oltre il limite del sopportabile: anche in questo Nispel non lascia il segno come un certo Gibson) restano quadri astratti e, spesso e mal volentieri, slegati tra di loro, con ellissi spazio-temporali inspiegabili e con evoluzioni leggendarie, ma umanamente inammissibili (Fantasma risparmiato dai feroci nemici, che poi da solo elimina un intero esercito? Mah). Insomma, un applauso sincero alla fotografia, ma al cinema, specie in questo genere di storie, la tecnica “Quark” non basta. Nispel è un ottimo colorista e un grande impressionista... peccato che fare film sia un’altra cosa.
Da non perdere: La soluzione finale adottata da Fantasma. Possibile che i vichingi, dominatori di mari e di buona parte del medievo, fossero così stupidi?
VOTO: 3

Nella mente di un mago: HARRY POTTER E L'ORDINE DELLA FENICE



HARRY POTTER E L'ORDINE DELLA FENICE
Di: David Yates
Con: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Jason Isaacs, Helena Bonham Carter
Genere: Fantasy (140’)
Commento: La fortuna di questa serie da vedere e rigustare, giunta ormai al terzultimo episodio, sta forse proprio nella sua varietà. Battute da Camera Cafè a parte (in molti considerano la saga del maghetto superficialmente come una noiosa iterazione favolistica e poco altro), dopo un quarto episodio tutta azione, “L’ordine della Fenice” restituisce ad Harry Potter le tinte fosche e la psicologia densa d’ombre d’inquietudine, che già “Il prigioniero di Azkaban” aveva confezionato. Non per nulla questo quinto episodio è (assieme proprio a quel terzo) il migliore in assoluto, perchè non lascia nulla al caso, aggiunge nuovi personaggi, e dipana una trama che comincia ad infittirsi di magic-storie (o a contornare, cum grano salis, le precedenti), ma non perde mai il filo del buon senso e della chiarezza. La magistrale sceneggiatura di David Yates non sarà gradita ai lettori (parecchi i tagli), ma ha il merito di svelare pian piano alcune verità nascoste, che sottendono a nuovi paragrafi di un finale ancora tutto da scrivere. Chi dice che nel corso del film non succede nulla, probabilmente analizza soltanto il fotogramma iniziale e quello finale, lasciando perdere un intermezzo assai godibile, e che pure fa riflettere. Tutto resta al punto di partenza, in effetti, ma lo fa dopo due ore e mezza dalla insistita carica emotiva, che spesso subentrano in una sfera metafisica (la mente di Harry) mai così reale e vissuta per un adolescente. Il tema della ribellione, must del film, aggiunge infine un pizzico di storicità al plot, gonfiando l’attenzione (e il tifo) della platea.
Da non perdere: Per una volta il vero Oscar lo regaliamo ai responsabili del casting: Luna Lovegood, Bellatrix Lastrange e Dolores Umbridge trovano in Evanna Lynch, Helena Boham Charter e Imelda Staunton tre magistrali interpreti. La mano della Rowling, regista occulta delle selezioni, si sente eccome.
VOTO: 8